giovedì 30 agosto 2012

Sudditi o complici?

Giove ci mise (sulle spalle) due bisacce: pose dietro la schiena la bisaccia piena dei propri difetti, sospese davanti al petto la pesante bisaccia dei vizi degli altri. A causa di ciò non possiamo vedere i nostri difetti, ma siamo censori (critici severi) non appena gli altri sbagliano.

Fedro



Questa estate ho acquistato e sfogliato Sudditi, il libro manifesto dell'Istituto Bruno Leoni, che vanta tra gli autori molti firmatari di Fermare il declino di cui ho già parlato su questo blog con un post poi ripreso su L'Opinione (il titolo da me suggerito era il più costruttivo "i dubbi di un tifoso").
Il libro ha avuto un innegabile e meritato successo ma temo si fondi su un concetto profondamente erroneo, dividere gli Italiani in due: produttori e parassiti.

La tesi che si vuol portare avanti è che lo Stato tratti non da cittadini ma da sudditi la parte migliore dell'Italia che si vede tartassata e vessata a vantaggio di una ampia classe parassitaria.

Il lettore si crogiola felice in questo convincimento ritenendosi ovviamente produttore eroico e vessato. Provate ad affrontare il discorso al bar, dal banker all'insegnante, dal commercialista all'avvocato, dall'imprenditore al consulente tutti sono entusiasti di Oscar Giannino e si sentono sudditi di una Repubblica matrigna.

Eppure piu mi confronto con questa eroica Italia di produttori più temo che tanto entusiasmo sia frutto di un equivoco.

Temo che la differenza tra produttori e parassiti non sia poi cosi netta e quando lo faccio notare vedo smarrimento, atteggiamenti da lesa maestà ed un pensiero che si affaccia "ma quanto era più comodo esser berlusconiani".

Proviamo ad analizzare velocemente qualche categoria a titolo di esempio:

Bancario o banchiere o banker: qualcuno li avvisi che i loro stipendi sono pagati grazie ad un mercato oligopolistico e protetto che consente (consentiva) di mantenere una struttura elefantiaca grazie a micro balzelli e tasse occulte sui clienti.

Insegnante: la scuola si sa è a corto di risorse, i docenti sono poco valorizzati e pagati peggio, ma vogliamo verificare il livello medio dei nostri insegnanti? quanti sono e quanti erano solo una generazione fa? eppure questo livello disastroso della nostra istruzione consente il proliferare di corsi di inglese, ripetizioni private (quante fatturate?) ed un florido quanto inutile mercato dell'editoria scolastica.

Commercialista: Pur denunciando il conflitto di interesse in cui mi trovo da quanto la categoria ha iniziato a lamentarsi dell'infinito numero di norme, dichiarazioni, comunicazioni sempre nuove, sempre inutili? da quando i clienti non hanno avuto più soldi per pagarle ed hanno iniziato a lottare sui prezzi. In precedenza grandi lamenti ma anche una discreta mano al fatturato soprattutto per gli studi più piccoli ed in realtà economicamente depresse.

Avvocati: grandi difensori del diritto, ma quanto si son battuti per snellire la macchina burocratica, per semplificare una normativa cosi confusa da generare essa stessa milioni di cause inutili?

Imprenditore: per quanto tempo si è sfruttata la svalutazione competitiva? le cooperative rosse cosi vituperate ma tanto utili ad abbattere i costi? quanto si è lottato per limitare gli abusi edilizi?

Consulenti e formatori: in quanti vivono grazie a finanziamenti pubblici diretti o indiretti?

E' chiaro che gli esempi fatti sono superficiali e banali, ma quello che mi preme indicare è che se il criterio che vogliamo utilizzare è quello meritocratico solo i piu bravi e coraggiosi combatteranno per applicarlo.

Molti, anche bravi ma timorosi soprattutto in un periodo come questo di crisi economica, difficilmente abbandoneranno i loro piccoli privilegi certi per una speranza di crescita.

Tutti avremmo da guadagnare in un sistema più liberale, ne sono convinto, ma bisogna lavorare sulla consapevolezza e sul coraggio e non è cosi facile.

Viceversa ci troveremo con grandi entusiasmi e subito dopo con grandi battaglie di retroguardia a difesa ciascuno della propria categoria.

Per smetter di esser sudditi occorre smetter di esser complici.

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1 commento:

Mattia Poletti (Rebel Ekonomist) ha detto...

Sono d'accordo. Per fare un paragone, è come quelli che vorrebbero meno auto e più piste ciclabili, ma la bici non l'hanno mai usata neanche quando hanno la possibilità di farlo.

The Rebel Ekonomist

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